Lettere e comunicati ufficiali


 04 ottobre 2019

Cari Soci Unione degli Armeni d’Italia,

il mandato del Consiglio Direttivo dell’Unione degli Armeni d’Italia è scaduto. A norma di Statuto, convochiamo l’Assemblea dei soci per il rinnovo del direttivo. Trovate di seguito copia in pdf della convocazione, che potrete scaricare e stampare:

Convocazione Assemblea

I soci sono pregati pertanto di inviarci proposte di candidatura entro il 6 novembre 2019 all’indirizzo segreteria@unionearmeni.it , in modo da preparare una lista di candidati da sottoporre il giorno delle elezioni ai soci aventi diritto.

La data fissata è domenica 24 di novembre, presso la sede legale dell’Unione, in Casa Armena, a Milano. Per evitare confusioni e irregolarità, ricordo che le candidature possono essere attinte solo tra i nominativi iscritti nella lista dei Soci dell’Unione degli Armeni d’Italia.

Ringraziandovi per l’attenzione e per la collaborazione in questi ultimi anni abbastanza travagliati per le realtà armene in generale, e consci di un nuovo periodo di sfide e di ricostruzione dei rapporti intercomunitari, tra le comunità diasporiche e l’Armenia, invito tutti a seguire con più dedizione e diretto coinvolgimento l’evolversi della situazione, a prestare più attenzione alle reali potenzialità che le nostre comunità radicate potranno avere in stretto rapporto con le istituzioni dei paesi di residenza. Tale è il nostro compito, a beneficio delle nostre organizzazioni comunitarie e tra esse e l’Armenia.

Cari saluti,

Minas Lourian – Presidente Unione degli Armeni d’Italia


M° Avedis Nazarian (1931-2019)

In occasione del 40° giorno dalla scomparsa del compositore armeno-veneziano maestro Avedis Nazarian, riceviamo la testimonianza della propria figlia Arsine che pubblichiamo qui di seguito, rinnovando la nostra vicinanza ai famigliari del maestro. L’attivo e continuo impegno del compositore a favore della nostra realtà comunitaria e in generale per la causa e la cultura armena hanno lasciato un segno indelebile nella memoria di tutti coloro che seguirono da vicino l’assoluta e disinteressata dedizione.

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” Ricordo il nostro ultimo Natale, il 6 gennaio del 2019. Ridendo brindava con mia madre e me, dicendo che il mese di gennaio era il suo mese. Il 9 gennaio è mancato, sapendo fosse il suo ultimo giorno, lo ha passato nel suo studio, tra i suoi ricordi, la musica e gli affetti di casa.

Questo è un doveroso atto di testimonianza nei confronti di mio padre, ma anche di un uomo retto e giusto, che ha speso la sua vita facendo sempre ciò che riteneva giusto. Schivo ma non un solitario, rinunciò a facili successi e riconoscimenti pur di stare con la famiglia, a cui ha dato tutte le sue energie fino agli ultimi giorni. Visse mosso da due fuochi, la musica e l’attività politico-culturale per la diffusione della questione armena.

Avedis Nazarian nasce a Kharpert ( ex Armenia storica, ora Turchia) il 7 gennaio del 1930 per convenzione, ma di un anno incerto, come molti della sua generazione. Costretti dalle persecuzioni razziali, la madre Nazenì da sola con i cinque figli, sceglie la via dell’esilio. Rinunciando a tutti i beni per mantenere il bene più prezioso, l’identità, si avventura fino in Siria, ad Aleppo, dove già si era costituita una comunità di profughi armeni in seguito al genocidio del 1915. Di questo periodo così difficile, segnato dalla povertà e dai sacrifici, mio padre ricordava l’energia propulsiva dei giovani, la solidarietà delle famiglie, la vicinanza del popolo siriano. Sono gli anni dell’infanzia e della sua adolescenza, della militanza nello spirito dell’Homenetmen, un’organizzazione pan-armena della diaspora il cui motto è “Sollevati e sollèva”. Avedis si distingue già per il suo talento musicale. Diventano famosi e richiesti i suoi assoli al tamburo all’interno della banda dell’Homenetmen, composta da più di una settantina di giovani, che aprono gli incontri e le parate ufficiali dei giochi olimpionici del Medioriente.  Studia da autodidatta musica, ma segnalato, viene seguito dal compositore Parsegh Ganatchian, allievo di Komitas Vardapet. Dopo essersi diplomato nei corsi di contrappunto e armonia a Beirut, con il M° francese Bertrand Robillard nello stesso anno, il 1954, arriva a Venezia. E’ autunno, una giornata di nebbia fitta lo accoglie. Lui è stupito dal fenomeno. Magro, con solo una piccola valigia, senza conoscere la lingua, aveva deciso di proseguire i suoi studi iscrivendosi al Conservatorio “Benedetto Marcello”, che aveva fama essere uno dei conservatori più illustri. Umile, segue il consiglio del M° Coltro, iscriversi al primo anno per avere solide basi, anche se avrebbe potuto al quinto. Decide così. Si diploma nel 1962 in musica corale e direzione di coro con il M° Sante Zanon, In seguito si diploma in composizione studiando con  il M° Bruno Coltro,  M° Gabriele Bianchi e con il M° Wolgango Dalla Vecchia. Con il M°  Fabio Fano si diploma in storia della musica e musicologia. Dal 1962 al 1966 insegna teoria musicale e solfeggio presso lo stesso Conservatorio per i corsi aggiunti e nel 1963 ottiene  il diploma di abilitazione per l’insegnamento della musica nelle scuole statali. Due volte vincitore del “Premio Levi” da studente. Partecipa alle Vacanze Musicali di Venezia nel 1961 e 1962.  A Venezia conoscerà e sposerà nel 1965 mia madre, Samar, un matrimonio e un vero sodalizio che durerà tutta la vita. Un pilastro che seguirà e sosterrà mio padre nelle sue scelte e nelle sue difficoltà, sempre insieme.

Diventa docente per corsi speciali di Educazione Musicale. La didattica  che svolgerà fino al 1993 tra Venezia e Roma, è per lui anche strumento di conoscenza per entrare nel mondo dei suoi giovani studenti. A Roma il ricordo del suo periodo più difficile ma ricco di soddisfazioni umane e professionali. Insegna nel quartiere di San Basilio, periferia romana carica di disagio giovanile. Realizza lì all’interno della scuola, una classe speciale, riuscendo a portare alcuni di questi giovani al Conservatorio. Lo trovava assolutamente naturale, accettare sfide che sembravano impossibili. Ascoltava e dava fiducia, la didattica era soprattutto per lui lo strumento per avvicinare le persone all’ascolto della musica. Parallelamente alla sua attività di compositore, scriveva e divulgava presso giornali armeni e non, articoli relativi alla musica armena o temi armeni, dei compositori non armeni. Diverse volte venne invitato dal governo dell’Armenia e dall’Unione dei compositori di Erevan. Solo tempo fa vengo a sapere dai suoi racconti che in quelle occasioni, a suo rischio, portava partiture di musica allora bandita dal regime sovietico ( musica dodecafonica), per mettere a conoscenza dei suoi colleghi armeni lo stile e le nuove teorie musicali dell’occidente. Sempre ribelle ai limiti alla conoscenza e alle libertà individuali, agiva con entusiasmo e con uno spirito tenace, senza compromessi. Credeva fermamente nell’importanza degli scambi, che avvenivano nell’ambito della musica ma non solo. La sua energia intera l’ha investita soprattutto nell’attività politica. L’aria respirata da giovane, i sacrifici della madre e dei fratelli sono stati fari per lui per costituire,  fin da studente, nel 1955,  dapprima l’Unione degli studenti armeni. E poi a Roma nel 1978 e in seguito a Venezia, il Centro Culturale Armeno Kostan Zarian, nel seno dell’Italia-Urss. Iniziano in questo periodo viaggi per la promozione e gli scambi culturali tra Armenia e Italia. Organizza le giornate Armene promosse dalla Regione Veneto. Come divulgatore della cultura armena viene insignito nel 1982 di un diploma di onorificenza da parte della Repubblica d’Armenia, similmente da parte del comune di Venezia nel 1987. La Questione Armena negli anni ’70/’80 sono al centro delle sue attività politiche. Sono anni particolarmente delicati. Con la collaborazione dell’Ufficio Internazionale Socialista di Roma, la Questione armena viene presentata  al Parlamento e al Senato Italiano. L’ultimo suo intervento in ordine cronologico è stato quello di partecipare come testimone al video documento realizzato per il centesimo del genocidio dalla PopEye Studio.

Autore di musiche orchestrali, da camera, corali e strumentali. Negli anni settanta la casa editrice Zanibon di Padova, pubblica molti dei suoi lavori. Tre canti armeni, per voce e pianoforte, Divertimento, per flauto, clarinetto in Sib e fagotto, il Vocalizzo per soprano leggero e piccola orchestra, Tropus per organo e clarinetto in Sib, Ockeghem Paraphrasis, per organo, xilofono, glockspiel e vibrafono. Ballata Macabra, testo di F. Villon: epitaphe per baritono, coro ed orchestra speciale, pubblicato con il finanziamento della Fondazione Culturale “A. Manoukian” degli USA. Nel 1980 la casa Editrice Armena di San Lazzaro pubblica i “Venti canti per bambini”. Nel 1982 sua è la colonna sonora del film “Assignement Berlin”. Nel 1983 viene registrata e diffusa dalla Radio belga-francese la “Ballata Macabra” e il Vocalizzo. Nel 1996 Ballata Macabra è all’interno del cd Musica oggi a Venezia. Diverse sue composizioni sono pubblicate in antologie musicali. Membro dell’Unione dei Compositori Italiani e dell’Unione dei Compositori di Venezia. Nel 2004 viene pubblicato Il grillo e la formica, teatrino musicale e 22 canti per bambini.

Nello spirito della testimonianza e della salvaguardia del patrimonio musicale armeno tra gli anni 1948-1952 raccolse una trentina di canti popolari dei villaggi di Akn e Van, tra i superstiti rifugiatisi ad Aleppo, nella raccolta Da un mondo perduto.

I suoi lavori sono depositati in numerosi conservatori italiani e biblioteche estere. A Venezia sono consultabili presso il Conservatorio “Benedetto Marcello” e il Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena, quest’ultimo conserva anche il Fondo Nazarian Avedis, l’intera biblioteca di cui  mio padre fece dono.

Questo mio intervento non vuole solo portare a conoscenza l’attività di una vita intera, ma soprattutto spero possa essere spunto per giovani studiosi e musicisti nel volerne  indagare i lavori.”

Arsine Nazarian | 10/02/2019 Venezia


 

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23 aprile 2018

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24 aprile 1915

Le comunità armene della Diaspora, i nostri fratelli in Armenia e in Artsakh, si raccolgono oggi per ricordare le vittime del genocidio armeno, mentre perdura una politica negazionista e armenofoba turco-azera.
Eredi delle vittime e di una civiltà millenaria (cui rischio abbandono ed estinzione veniva già denunciato dal deputato socialista francese Jean Jaurès nel 1897) chiediamo a 102 anni di distanza rispetto e giustizia al mondo civile intero!
Il riconoscimento e la giustizia sono indispensabili per la salvaguardia e per la salute della vita sociale interna della stessa Turchia oltre che per l’intera area geografica.
Raccolti per ricordare le nostre vittime e solidali con tutti i popoli o individui del mondo che hanno subito ingiustizie e crimini contro l’umanità.

Presidenza dell’Unione degli Armeni d’Italia
24 aprile 2017


11 aprile 2017

17/05/2016 Roma. L'Amore è legge,  iniziativa organizzata dal PD in occasione della Giornata internazionale contro l' omofobia. Nella foto Matteo Orfini

COMUNICATO – Con preghiera di diffusione

Lettera ufficiale dell’On. ORFINI agli Armeni d’Italia

In seguito ad un incontro avvenuto venerdì 7 aprile 2017 presso la sede nazionale del Partito Democratico, tra il Presidente dell’Assemblea Nazionale del Partito Democratico On. Matteo ORFINI e il Presidente dell’Unione degli Armeni d’Italia Minas LOURIAN, accompagnato dalla delegata laziale dell’Unione Rita PABIS, per chiarire definitivamente la questione dell’appellativo “Giovani Turchi” della corrente di cui risultava essere uno dei fondatori, abbiamo ricevuto questa lettera in cui si ribadisce l’infondatezza dell’uso di tale appellativo divenuto consuetudine negli organi di stampa del paese.

Ringraziamo l’On. Orfini per l’attenzione e la cordialità con cui ci ha accolti e per le parole chiare e di amicizia che esprime attraverso la lettera allegata.

Facciamo quindi appello a tutti gli Armeni, siano essi individui o membri di aggregazioni associative, di indirizzare questa stessa lettera a qualsiasi testata giornalistica che faccia uso improprio dell’appellativo, oltre che offensivo nei confronti di tutte le vittime del genocidio del 1915 perpetrato dal Governo dei Giovani Turchi dell’Impero Ottomano, cui diretti eredi riconoscibili in tutti i governi della Turchia moderna hanno sistematicamente applicato una politica negazionista, minacciando continuamente ritorsioni economico-politiche contro ogni governo partner che tenti di riconoscere la verità storica del genocidio degli Armeni e di altre minoranze etniche cittadine dell’Impero, imponendo oltretutto un embargo politico-diplomatico alla Repubblica d’Armenia. Tale pressione continua ad oggi attraverso lettere diplomatiche anche contro comuni o enti locali piccoli che abbiano riconosciuto il genocidio… Molti i casi anche in questi ultimi giorni!!

Il rispetto va richiesto non solo ai politici ma agli stessi organi di stampa e ai giornalisti che spesso e volentieri dimenticano questa tragica pagina del XX secolo, che continua per impunità garantita a permettere altre ingiustizie umanitarie nelle stesse aree geografiche, con immediate ripercussioni dal punto di vista di migrazioni forzate..!

La giustizia e la convivenza tra i popoli vanno aiutati in tutte le aree geografiche del mondo e in questo hanno un dovere maggiore i paesi che credono nei valori democratici, nei diritti e nelle libertà di tutti.

Presidenza dell’Unione degli Armeni d’Italia
[Eretto in Ente Morale il 2/04/1955 con Decreto del Presidente della Repubblica n°709]

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Lettera On. Matteo Orfini

 


8 settembre 2016 | Morto a Firenze il prof. Ennio di Nolfo, storico delle Relazioni Internazionali

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L’Unione degli Armeni d’Italia esprime  vivo cordoglio per la morte del prof. Ennio di Nolfo, insigne storico delle Relazioni Internazionali. Gli Armeni lo ricordano in particolare perché è stato sostenitore della pubblicazione dei “Documenti Diplomatici Italiani sull’Armenia” assumendo sin dagli anni ’90 dello scorso secolo la presidenza della Commissione incaricata di seguire questo importante progetto ora in fase di avanzato compimento. Alla famiglia e ai numerosi suoi colleghi e allievi le più sentite condoglianze.


2 luglio 2016

CROWDFUNDING

Il Consiglio direttivo dell’Unione degli armeni d’Italia è lieto di presentare il progetto Ererouyk/Ani-Pemza e auspica che gli associati, loro amici e conoscenti lo conoscano e lo sostengano anche attraverso la partecipazione alla campagna di raccolta fondi lanciata attraverso una piattaforma dedicata: Ererouyk/Ani-Pemza

Un aiuto che sarà di grandissima importanza per far partire con il piede giusto un progetto ad alto potenziale:

http://europanostra.org/news/796/

Per saperne di più: Ererouyk-Anipemza – crowdfunding | Archaeological Site of EREROUYK, (ԵՐԵՐՈՒՅՔ) and village of Ani Pemza (ԱՆԻ ՊԵՄԶԱ), ARMENIA

Ererouyk


Lettera a S.E. Ambasciatore della Germania - 03.06.2016Lettera a S.E. Ambasciatore della Germania


Saluto all'Ambasciatore Ghazaryan - 9 giugno 2016

Copia lettera in pdf


AMBASCIATORE DELLA REPUBBLICA D


22 Aprile 2016

Cari amici, c’è un appello alla mobilitazione degli attivisti di origine turca e residenti a Innsbruck (Austria) e in tutte le città limitrofe, contro la giornata di commemorazione del Genocidio armeno (domenica, 24 aprile 2016) durante la quale si terrà una messa di suffragio nella Chiesa “Saint James” per le vittime armene del genocidio del 1915. Dopo la cerimonia liturgica sarà inaugurata e consacrata un Khatchkar (Croce di pietra – stele commemorativo) in una delle piazze adiacenti.
I Turchi tuttora soggetti all’ideologia nazionalista della leadership turca dovunque risiedano, non solo continuano a negare la veridicità del genocidio armeno ma vogliono sempre di più disturbare o impedire di onorare la memoria della quasi totalità della popolazione armena trucidata per mano dei Giovani Turchi dell’Impero ottomano tra il 1915 e il 1923.
Se tutto questo accade in Europa o viene tollerata dalle democrazie occidentali, ad un secolo di distanza, senza mai aver veramente richiesto giustizia o imposto alla Turchia i valori umani e democratici, valori fondanti delle stesse democrazie occidentali e dei paesi membri dell’ONU, continuando a fare affari con dittature che prima o poi scaricano problemi globali sulle stesse “democrazie” miopi, lasciamo a ciascuno fare le proprie considerazioni! Noi Armeni, il 24 aprile, giornata simbolica della commemorazione, saremo raccolti in preghiera anche in Italia, nei principali luoghi comunitari e di culto (da Milano a Roma e Venezia…). Chiediamo rispetto per la nostra giornata di lutto a tutti.
La vigilanza mediatica e politica dei paesi d’Europa su questo specifico tema e su temi del genere, serve soprattutto per una convivenza pacifica tra i popoli, anche se da cento anni siamo abituati al silenzio imposto da interessi economico-finanziari… Il risultato è quello di aver generato una società malata che non conosce la propria storia; malattia che ora attraverso le migrazioni degli ultimi decenni viene trasportata nel cuore delle città europee.

Segue un link che riporta la notizia della mobilitazione turca annunciata da un telegiornale austriaco: ORF TVThek

Comunicato dell’Unione degli Armeni d’Italia


Riceviamo e con piacere pubblichiamo la Lettera aperta di rav prof. Giuseppe Laras, presidente emerito dell’Assemblea Rabbinica Italiana, ai redattori del quotidiano “Jerusalem Post”

13 aprile 2016

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 Cari signori,

Ho letto l’articolo di Israel Baroukh, pubblicato sul vostro sito web, sul conflitto fra l’Armenia e l’Azerbaijan http://www.jpost.com/Opinion/Azerbaijan-under-siege-A-friend-of-Israel-in-need-of-our-support-450494 

Sono stato veramente sorpreso e profondamente scosso.

Leggendo l’articolo non è difficile vedere ostilità e pregiudizio contro il popolo armeno e l’Armenia, che è una nazione amichevole verso Israele. L’Armenia, benché per drammatiche necessità strategico-politiche si trovi ad essere un paese alleato dell’Iran, non mostra inimicizia verso Israele. Molti armeni nel mondo, in America e in Europa, sono sinceri amici degli ebrei e di Israele, e di solito comprendono meglio di tanti altri popoli i nostri problemi col mondo islamico.

Detto questo, tuttavia, ci sono nell’articolo evidenti falsità.

La peggiore e più incredibile è l’affermazione che l’Azerbaijan è la prima nazione cristiana al mondo. Allora, perché non l’Arabia saudita?! Quali sarebbero i testi autorevoli che lo sostengono?

Dovreste informare il vostro corrispondente che la prima nazione che accettò il cristianesimo come religione di stato fu precisamente l’Armenia, qualche anno prima del Concilio di Nicea (325 e.v.)

Sembra impossibile che, in un giornale prestigioso come il vostro, capiti di leggere un tale nonsenso, una tale menzogna.

Ora, è chiaro che gli armeni –in Armenia e in tutto il mondo– che leggono questo articolo finiranno inevitabilmente per nutrire sentimenti di ostilità verso Israele e il popolo ebraico. Io sono un Rabbino Sionista Ortodosso –e sono fiero di ciò!- Ora, mentre si può chiaramente capire come a Israele sia necessario un partner strategico in Medio Oriente come l’Azerbaijan, non è tuttavia accettabile che altre vittime –gli armeni- che, per tutta la loro storia, sono stati costantemente a rischio di totale annichilimento (e questo noi ebrei dovremmo ben capirlo) siano presentati come persecutori e torturatori.

Io spero che presto vorrete dare spazio e modo di esprimersi a voci armene, in modo da porre rimedio a questa spiacevole situazione e restaurare (per rispetto dei vostri lettori, fra i quali sono anch’io) la vostra affidabilità, credibilità e autorità. Come possiamo altrimenti, noi ebrei in diaspora, dare credito alle vostre informazioni, se voi ora vi screditate in questo modo?

Mando questa e-mail anche alla prof. Antonia Arslan, mia stimata amica, che è un’importante scrittrice armeno-italiana. La prof. Arslan, autrice del famoso bestseller mondiale “La Masseria delle Allodole” – sfortunatamente non ancora tradotto in ebraico – è sempre stata una sincera amica degli ebrei e di Israele. Credo che sarebbe utile farle un’intervista.

Cordiali saluti


Appello di solidarietà

Cari amici,

alla luce della situazione critica provocata dall’aggressione militare di inizio mese da parte azera, che dopo aver violato più volte il cessate il fuoco in vigore dal 1994, ha sferrato il più massiccio attacco militare lungo tutta la linea di contatto con la Repubblica del Nagorno-Karabakh [Artsakh] (vedi il comunicato da noi diramato il 4 aprile scorso e leggibile sul sito internet), causando la morte di decine di persone civili e ingenti danni alle infrastrutture e agli insediamenti civili e militari,

faccio urgente appello di solidartietà

a nome dell’Unione degli Armeni d’Italia e del Comitato italiano del Fondo Armeno “Hayastan” (“Hayastan” Hamahaykakan Himnadram) che ho l’onore di presiedere, a tutti i componenti della collettività armena d’Italia siano essi singoli, aggregazioni associative o religiose senza nessuna esclusione, agli amici italiani della Comunità Armena che conoscono e apprezzano i valori e tradizioni culturali millenarie della civiltà armena, di devolvere un contributo di solidarietà a favore della popolazione vittima di tali aggressioni di guerra. Per il numero di vittime e delle persone ferite, dei danni alle strutture scolastiche e ospedaliere dei centri abitativi che si trovano lungo la linea di confine, si ha la necessità di ogni sorta di aiuto materiale e sanitario. Quotidiani sono gli appelli a donatori del sangue su tutto il territorio della Repubblica d’Armenia.

In quanto comunità diasporica, abbiamo il dovere di dare almeno un nostro contributo economico in aiuto alle strutture statali e umanitarie che si vedono costrette ad affrontare un’emergenza che non sarà di breve durata!

Il Fondo Armeno “Hayastan” che rappresentiamo dal 1995 attraverso il Consiglio direttivo dell’Unione degli Armeni d’Italia, è l’unico organismo transnazionale armeno che racchiude all’interno tutte le organizzazioni associative ed umanitarie e religiose dell’Armenia e della Diaspora, è l’organismo che da circa 25 anni e con la continua partecipazione di tutte le comunità armene del mondo costruisce infrastrutture scolastiche, urbane, ospedaliere e umanitarie, con una trasparenza dei bilanci finanziari esemplare, grazie anche a società di auditing internazionali.

Lodiamo lo sforzo di ogni singola persona e/o organizzazione nell’aver già lanciato iniziative di raccolta fondi e li invitiamo a devolvere il ricavato del loro operato sul c/c dell’Unione degli Armeni d’Italia di cui diamo di seguito le coordinate bancarie. Tassativa la menzione nella causale del bonifico bancario:

“Donazione per la popolazione di Artsakh”

BANCA PROSSIMA Filiale 05000 – Milano | IBAN IT13 R 033590 1600 10000 0073130 | BIC BCITITMX | Intestato a Unione degli armeni d’Italia.

Si prega di trasmettere copia del versamento con l’aggiunta dei dati del donatore (nominativo, indirizzo di residenza, codice fiscale e recapito telefonico) al seguente indirizzo mail:

segreteria@unionearmeni.it

Negli anni passati, la reazione ai nostri appelli di dare un contributo è stata troppo tiepida ma è tempo di darci una mossa tutti quanti. Ringrazio fin d’ora tutti per l’ adesione e colgo l’occasione per comunicare che alla prossima seduta plenaria del Fondo Armeno che si svolgerà nel mese di maggio a Erevan, il Comitato italiano sarà rappresentato dal suo Presidente emerito, prof. Baykar Sivazliyan. Come di consuetudine, per le stesse ragioni di massima trasparenza la lista dei donatori viene aggiornata e pubblicata sul sito del Fondo e quindi sul nostro sito internet (e a seconda delle volontà del singolo donatore).

Il presente appello sarà reso da subito pubblico sul sito internet dell’Unione e si prega di diffonderlo attraverso i “social network” (Facebbok e quant’altro) delle organizzazioni e dei singoli della nostra collettività!

Minas Lourian | Presidente dell’Unione degli Armeni d’Italia e del Comitato Locale del Fondo Armeno “Hayastan”

Appello di solidarietà per Artsakh – 9 aprile 2016


Comunicato Stampa - Unione degli Armeni d'Italia

Comunicato Stampa – Unione degli Armeni d’Italia


11 aprile 2016

COMUNICATO

L’Unione degli Armeni d’Italia apprezza e ringrazia per la solidarietà espressa dalla Comunità Ebraica di Milano e dall’On. Matteo Salvini, eurodeputato e segretario della Lega Nord (riportiamo di seguito copia della lettera ed il link della dichiarazione congiunta dell’O. Salvini e di S.E. Sargis Ghazaryan, Ambasciatore armeno), in relazione ai recenti attacchi militari sferrati dalle forze dell’Azerbaigian contro gli Armeni del Nagorno-Karabakh,  auspicando che simili prese di posizione nette ed oggettive vengano adottate da tutti gli schieramenti politici presenti nel Parlamento italiano, dalle istituzioni repubblicane, da altre comunità residenti in Italia ed in generale dalla società civile. L’auspicio non persegue l’appoggio ad una parte aggredita (quella armena in questo caso), bensì intende essere un invito ad una presa di coscienza, una ricerca di Giustizia e per prevenire inevitabili ulteriori situazioni di guerra devastante, in un’area geografica già martoriata da fatti storici e di attualità!

Consiglio direttivo dell’Unione degli Armeni d’Italia.

Dichiarazione dell’On. Salvini


 

Comunità Ebraica Milano


9 aprile, 2016

Appello di solidarietà

Cari amici,

alla luce della situazione critica provocata dall’aggressione militare di inizio mese da parte azera, che dopo aver violato più volte il cessate il fuoco in vigore dal 1994, ha sferrato il più massiccio attacco militare lungo tutta la linea di contatto con la Repubblica del Nagorno-Karabakh [Artsakh] (vedi il comunicato da noi diramato il 4 aprile scorso e leggibile sul sito internet), causando la morte di decine di persone civili e ingenti danni alle infrastrutture e agli insediamenti civili e militari,

faccio urgente appello di solidartietà

a nome dell’Unione degli Armeni d’Italia e del Comitato italiano del Fondo Armeno “Hayastan” (“Hayastan” Hamahaykakan Himnadram) che ho l’onore di presiedere, a tutti i componenti della collettività armena d’Italia siano essi singoli, aggregazioni associative o religiose senza nessuna esclusione, agli amici italiani della Comunità Armena che conoscono e apprezzano i valori e tradizioni culturali millenarie della civiltà armena, di devolvere un contributo di solidarietà a favore della popolazione vittima di tali aggressioni di guerra. Per il numero di vittime e delle persone ferite, dei danni alle strutture scolastiche e ospedaliere dei centri abitativi che si trovano lungo la linea di confine, si ha la necessità di ogni sorta di aiuto materiale e sanitario. Quotidiani sono gli appelli a donatori del sangue su tutto il territorio della Repubblica d’Armenia.

In quanto comunità diasporica, abbiamo il dovere di dare almeno un nostro contributo economico in aiuto alle strutture statali e umanitarie che si vedono costrette ad affrontare un’emergenza che non sarà di breve durata!

Il Fondo Armeno “Hayastan” che rappresentiamo dal 1995 attraverso il Consiglio direttivo dell’Unione degli Armeni d’Italia, è l’unico organismo transnazionale armeno che racchiude all’interno tutte le organizzazioni associative ed umanitarie e religiose dell’Armenia e della Diaspora, è l’organismo che da circa 25 anni e con la continua partecipazione di tutte le comunità armene del mondo costruisce infrastrutture scolastiche, urbane, ospedaliere e umanitarie, con una trasparenza dei bilanci finanziari esemplare, grazie anche a società di auditing internazionali.

Lodiamo lo sforzo di ogni singola persona e/o organizzazione nell’aver già lanciato iniziative di raccolta fondi e li invitiamo a devolvere il ricavato del loro operato sul c/c dell’Unione degli Armeni d’Italia di cui diamo di seguito le coordinate bancarie. Tassativa la menzione nella causale del bonifico bancario:

“Donazione per la popolazione di Artsakh”

BANCA PROSSIMA Filiale 05000 – Milano | IBAN IT13 R 033590 1600 10000 0073130 | BIC BCITITMX | Intestato a Unione degli armeni d’Italia

Negli anni passati, la reazione ai nostri appelli di dare un contributo è stata troppo tiepida ma è tempo di darci una mossa tutti quanti. Ringrazio fin d’ora tutti per l’ adesione e colgo l’occasione per comunicare che alla prossima seduta plenaria del Fondo Armeno che si svolgerà nel mese di maggio a Erevan, il Comitato italiano sarà rappresentato dal suo Presidente emerito, prof. Baykar Sivazliyan. Come di consuetudine, per le stesse ragioni di massima trasparenza la lista dei donatori viene aggiornata e pubblicata sul sito del Fondo e quindi sul nostro sito internet (e a seconda delle volontà del singolo donatore).

Il presente appello sarà reso da subito pubblico sul sito internet dell’Unione e si prega di diffonderlo attraverso i “social network” (Facebbok e quant’altro) delle organizzazioni e dei singoli della nostra collettività!

Minas Lourian | Presidente dell’Unione degli Armeni d’Italia e del Comitato Locale del Fondo Armeno “Hayastan”

Appello di solidarietà per Artsakh – 9 aprile 2016


Comunicato Stampa - Unione degli Armeni d'Italia

Comunicato Stampa – Unione degli Armeni d’Italia


14 marzo 2016 | Assemblea UAI 

In ottemperanza alle norme dello statuto in ordine all’Assemblea dei Soci, in data 13 marzo 2016 presso la Casa Armena di Milano si è svolta, alle ore 16:00 in seconda convocazione, l’assemblea ordinaria dell’Unione Armeni d’Italia. Il Presidente dell’UAI traccia un bilancio dell’attività svolta dal consiglio uscente. Il Presidente dell’Assemblea inquadra il contesto della presenza dell’Unione in Italia e apre il dibattito. Si procede quindi alla presentazione dei candidati per il nuovo Consiglio composto di sette membri che nel corso della prima riunione ha distribuito al proprio interno le cariche di Presidente, di Segretario e di Tesoriere secondo le modalità previste dallo statuto. Ecco la composizione del nuovo Consiglio direttivo in ordine alfabetico: Agopian Lousine (segretaria) | Antanesian Arshak | Balian Ani | Khatchatourian Gueguel (vice segretaria) | Lourian Minas (presidente) | Margarian Nunè | Pambakian Arminè (tesoriere).

Per un maggiore sostegno e diretta partecipazione all’impegno dell’Unione degli Armeni d’Italia, ricordiamo di seguito le coordinate del conto corrente intestato: Unione degli armeni d’Italia | IBAN IT13R0335901600100000073130 | Swift: BCITITMX | presso: Banca Prossima – Filiale di Milano – Piazza Paolo Ferrari 10, Milano


SIRIA: UNIONE ARMENI ADERSICE A GIORNATA DIGIUNO VOLUTA DA ACS
Milano, 9 febbraio – L’Unione degli armeni d’Italia aderisce alla giornata di preghiera e digiuno promossa per domani 10 febbraio dall’Acs, Aiuto alla Chiesa che soffre, in segno di vicinanza alle comunità cristiane perseguitate in Siria e Iraq. “Siamo vicini col pensiero a tutti quei cristiani costretti a fuggire dalle loro case e perseguitati per la loro fede o per la loro appartenenza etnica. Come Comunità armena raccogliamo l’appello dell’AICS col pensiero in particolare ai tanti fratelli armeni che oggi fuggono dalla Siria in una triste riedizione del dramma che vissero i nostri antenati 100 anni fa, costretti a lasciare l’allora Impero Ottomano vittime del primo Genocidio del XX secolo”, dichiara il presidente dell’Unione armeni d’Italia, Baykar Sivazliyan.


GIORNO MEMORIA: UNIONE ARMENI SI UNISCE A RICORDO, FERMA CONDANNA NEGAZIONISMO

Milano, 27 gennaio 2016 – “Nel Giorno della Memoria la Comunità armena d’Italia si unisce al ricordo della Shoah e rinnova la più ferma condanna verso ogni forma di negazionismo e di antisemitismo”. Lo dichiara il presidente dell’Unione armeni d’Italia, Baykar Sivazliyan. “Nel richiamare l’attenzione sul valore della memoria come argine agli orrori dell’intolleranza, può essere utile ricordare la frase attribuita ad Adolf Hitler nel 1939 e rivolta ad alcuni diplomatici britannici in servizio a Berlino: “Chi parla ancora oggi dell’annientamento degli armeni? Erano passati solo vent’anni dal genocidio del popolo armeno di cui si chiuderà a breve il centesimo anniversario”. “Nessuno può dire come sarebbe andata se la Comunità internazionale fosse intervenuta mentre nell’Impero ottomano si consumava il dramma della nostra comunità con il suo milione e mezzo di morti. Mi auguro che il Giorno della Memoria sia un momento non retorico per esercitare la memoria nel suo senso più alto rendendo certo omaggio alle vittime, ma anche per fare solo un esempio, condannando senza ipocrisie o opportunismi i gravissimi episodi di intolleranza e aggressione ai danni della comunità cristiana e non solo cui assistiamo ogni giorno in Medio Oriente”.


GENOCIDIO ARMENI: NEL 2015 RICONOSCIUTO DA 3 REGIONI E 19 COMUNI

Nell’anno del centenario tanti gli enti che si sono espressi all’unanimità contro il negazionismo. Il ringraziamento del Presidente dell’Unione Armeni d’Italia Baykar Sivazliyan

Milano, 22 gennaio –  Nel 2015, anno del centenario del genocidio del popolo armeno, tre Regioni (Toscana, Marche e Abruzzo) e diciannove Comuni italiani, tra i quali sei capoluoghi di Provincia, si sono espressi per il riconoscimento e contro il negazionismo. “Un risultato straordinario – commenta il presidente dell’Unione Armeni d’Italia, Baykar Sivazliyan – Il riconoscimento, arrivato quasi sempre all’unanimità dai Consigli comunali e regionali coinvolti, è stato il modo migliore per celebrare i cento anni da quei drammatici eventi che portarono alla morte un milione e mezzo di armeni. Quello che sta accadendo oggi in Turchia e in medio Oriente ai danni delle minoranze cristiane, e non solo, fa capire quanto sia urgente la memoria storica e rende ancora più importante la presa di posizione delle istituzioni a tutti i livelli. Un grande ringraziamento va a tutte le istituzioni e a quanti a vario titolo si sono impegnati per raggiungere questo traguardo”.

Hanno riconosciuto il genocidio nel 2015: Comune di Livorno (Provincia di Livorno) 11.02.2015; Comune di Tarvisio (Provincia di Udine)  15.02.2015, Regione Toscana 24.03.2015; Comune di Lucca (Provincia di Lucca) 16.04.2015; Comune di Taglio di Po (Provincia di Rovigo) 28.04.2015; Comune di Busto Arsizio (Provincia di Milano) 18.05.2015; Comune di Fossano (Provincia di Cuneo) 26.05.2015; Comune di Avigliana (Provincia di Torino) 04.06.2015; Comune di Ancona (Provincia di Ancona) 10.06.2015; Comune di Berceto (Provincia di Parma) 22.06.2015; Comune di Ischia (Provincia di Napoli) 24.06.2015; Comune di Arco (Provincia di Trento) 26.06.2015; Comune di Bagno di Ripoli (Provincia di Firenze) 01.07.2015; Comune di Pavia (Provincia di Pavia) 16.07.2015; Comune di Povoletto (Provincia di Udine) 15.09.2015; Comune di Perugia (Perugia) 28.09.2015; Regione Marche 06.10.2015; Comune di Ivrea (Provincia di Torino) 12.10.2015; Comune di Ravenna (Provincia di Ravenna) 22.10.2015; Regione Abruzzo 27.10.2015; Comune de L’Aquila (Provincia de L’Aquila) 26.11.2015; Comune di Mirano (Provincia di Venezia) 22.12.2015

Dal 1997 ad oggi, sono in tutto 100 gli enti pubblici che hanno votato pubblicamente per chiedere che il genocidio armeno sia riconosciuto dalla comunità internazionale, in primo luogo dalla Turchia.


2 dicembre 2015 | Lettera dell’Ambasciatore della Repubbblica d’Armenia S. E. Sargis Ghazaryan al Sindaco del Comune di L’Aquila Massimo Cialente | Lettera


Comunicato del Ministero della Diaspora della Repubblica d’Armenia

Dear compatriots,

The Ministry of Diaspora of the Republic of Armenia re-launches “Ari Tun” program for the Diaspora youth.

The goal of the program is to familiarize Armenian Diaspora youth spread all over the world with its Homeland, instill them acknowledge their national identity,  familiarize them with the traditions and practices of their people, Armenian families and the Armenian soul, foster a closer cooperation of  Armenia and the Diaspora both in educational-cultural and moral-psychological respect.

In 2015 the program is going to be launched on June 14 and will continue till August 29, in 8 phases (each phase will last for 14 days). Diaspora youngsters from 13 to 18 will be hosted in Armenian families and will participate in a four-day camp envisaged by the program. the program is open for application by young people who did not participate in the program before.

The choice of host families is carried out by the administrative districts of Yerevan, RA community councils, and RA Ministry of Diaspora. The participants’ stay with the Armenian families is not remunerated. The process of selection of groups and individuals for program participation is carried by the Diasporan community structures, educational institutions and the Diaspora Armenian organizations, with the support of RA diplomatic representations in the given country. Individual applications for participation in the program are also welcomed. Travel expenses are covered either by the participants or sponsors.

The Ministry of Diaspora of the Republic of Armenia meets the participants upon their arrival and sees them off when they leave Armenia. Armenian language classes, visits to the museums, tours to the sights of Armenia are also organized by the Ministry. During the camping days there will be educational programs, classes of Armenian language and Armenian Studies, of national songs and dances will be organized. Meetings with state, public and cultural figures will also take place.

 For additional information please apply to the Department of Armenian Communities of Europe | Ministry of Diaspora RA at the following address: Yerevan 0010, V. Sargsyan 26/1 | tel: +37410 585601 (112) | E mail:  europedep@yahoo.fr, aritun.mindiaspora@gmail.com


14 novembre 2015

Lettera  di cordoglio a SE Catherine ColonnaAmbasciatrice di Francia

Eccellenza,

a nome della Comunità armena in Italia desidero esprimere alla Francia e al popolo francese, il più profondo dolore e sgomento per l’orrore che ha colpito Parigi per la seconda volta in pochi mesi. La nostra vicinanza va alle famiglie delle vittime, innanzitutto, e alla città di Parigi, simbolo nel mondo dei frutti migliori della nostra civiltà: libertà e democrazia.

In questo momento di lutto e sconforto, la comunità armena sente forte il sentimento di gratitudine verso un Paese che con la sua storia di grande apertura, tolleranza e disponibilità ad accogliere, ha dato asilo a tanti nostri connazionali costretti a fuggire da una terra ostile, vittime di massacri causati da odio e intolleranza. Gli stessi che abbiamo visto colpire tragicamente il cuore dell’Europa. Oggi la Francia ospita la comunità armena più numerosa d’Europa. Per questo motivo e per quello che ha dato al mondo, consideriamo ogni atto ostile alla Francia un attacco alla nostra stessa storia.

Ci uniamo alla ferma condanna della comunità internazionale e confermiamo ai fratelli francesi la nostra piena partecipazione alla difesa di quei valori fondanti del vivere civile che la Francia rappresenta.

Presidente dell’ Unione degli Armeni d’Italia – Baykar Sivazliyan


27 ottobre 2015

Riconoscimento Genocidio Armeno dal Comune di Ravenna – odg


Il Presidente della Repubblica d’Armenia Signor Serzh Sargsyan ha voluto onorare il nostro lavoro con un documento presidenziale firmato di suo pugno “Shnorhagalaghir” (Documento di Ringraziamento). Questo documento rivolto direttamente al Comitato italiano per le iniziative dedicate al centenario del genocidio coordinato dall’Unione degli Armeni d’Italia, è stato consegnato al presidente dell’Unione prof. Baykar Sivazliyan, alla presenza dei Ministri della Repubblica e del Katolikos di tutti gli Armeni Gareghin II, nella solennità della Sede Presidenziale a Yerevan, il 24 settembre 2015, giovedì mattina.

Digitalizzato_20151009


6 Ottobre 2015

L’ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLE MARCHE, vista la richiesta dell’Unione degli Armeni d’Italia  riconosce attraverso un atto ufficiale il Genocidio del popolo armeno, in occasione delle commemorazioni del centenario di tale tragedia. Segue in formato pdf l’ estratto del processo verbale della seduta assembleare della legislatura regionale.

Atto Assembleare Legislatura Regione Marche


Riceviamo e con piacere rendiamo pubblico l’invito rivolto a tutta la comunità armena d’Italia dalla segreteria del Premio Nazionale Fiume Aterno-Pescara:

Buongiorno sono lieta di invitare tutta la comunità armena presente in Italia a partecipare all’evento letterario www.premiofiumeaternopescara.it ed in particolare modo un’attenzione speciale alle sezioni storiche. Grazie e attendo con premura un vostro riscontro.


ITALIA-AZERBAIGIAN – UNIONE DEGLI ARMENI: GRAVE MISSIONE ITALIANA IGNORI DIRITTI UMANI

Milano, 17 settembre 2015 | “Come cittadini italiani di origine armena abbiamo appreso con sconcerto e dispiacere che l’ennesima missione parlamentare italiana in Azerbaigian si è conclusa con l’annuncio in pompa magna di grandi scambi economici e ha del tutto ignorato le continue violazioni dei diritti umani che avvengono in quel Paese”. Lo dichiara il presidente dell’Unione degli Armeni d’Italia, Baykar Sivazliyan, a proposito della missione parlamentare a Baku guidata dal senatore Sergio Divina (Gruppo Lega e Autonomie), presidente del Gruppo di amicizia Italia – Azerbaigian. “La comunità armena è radicata da anni in Italia e contribuisce al progresso di questo Paese con il proprio lavoro e le proprie intelligenze. Per questo siamo a maggior ragione contrariati e offesi nel vedere che le ragioni di una parte del popolo italiano vengono regolarmente calpestate in nome di bieche logiche economiche. Sorprende che i membri di questa missione abbiano ignorato del tutto la risoluzione del Parlamento Europeo che solo cinque giorni fa ha chiesto sanzioni contro l’Azerbaigian proprio per le violazioni continue dei diritti umani e divieto governativo di iniziative tese alla riconciliazione fra armeni e azeri, che lo tengono ancora lontano anni luce dalle nostre democrazie”.


Morte Omar Sharif, il cordoglio dell’Unione Armeni d’Italia

Il presidente UAI, Baykar Sivazliyan: “Diede voce al dramma del nostro popolo”

L’Unione Armeni d’Italia ricorda con affetto l’attore Omar Sharif scomparso il 10 luglio scorso. “Il nostro cordoglio per la morte di un grande interprete che in due film, “Mayring” e il seguito “588, Rue Paradis”, sotto la guida del regista franco-armeno Henri Verneuil, diede voce al dramma del nostro popolo interpretando la storia di una famiglia armena fuggita dalla Turchia e riparata a Marsiglia nei terribili anni del genocidio”. In entrambi i film, al fianco di Omar Sharif c’era Claudia Cardinale. “Nonostante l’importanza del tema, in Italia i due film non hanno avuto grande diffusione. Il centenario del genocidio e la scomparsa del grande attore Sharif potrebbero essere l’occasione per riproporli”.

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Il Consiglio Direttivo dell’Unione degli Armeni d’Italia, con profondo cordoglio informa tutti i soci effettivi ed ex-soci, la dolorosa notizia del decesso di dott. Dicran Alexanian, insigne membro della nostra Comunità, per lunghi anni dirigente di tante  istituzioni comunitarie e a livello internazionale come l’UGAB. Porta le proprie sincere condoglianze ai due figli e a tutti i famigliari dell’illustre defunto. Un abbraccio particolare al Segretario del Consiglio Direttivo dell’Unione degli Armeni d’Italia, dott. Alexan Alexanian. Un sincero pensiero di riconoscenza al lungo operato del nostro caro dott. Dicran per l’incessante e fruttuoso lavoro dedicato alla nostra comunità armena d’Italia, sempre con ottimismo e con tanto coraggio, anche nei momenti difficili.

A nome del Consiglio Direttivo, il Presidente | 4 luglio 2015


Pubblichiamo la delibera del Consiglio Comunale di Avigliana (TO) sul riconoscimento del genocidio armeno:

Avigliana-Riconoscimento


25 giugno 2015

Addio al Catholicos Patriarca NERSES BEDROS XIX.

Patriarca Tarmouni

LIBANO, 25 giugno 2015. Si è spento a 75 anni, in ospedale Jeetawi di Beirut, a causa di un arresto cardiaco, il patriarca Nerses Bedros Tarmouni, Catholicos Patriarca degli Armeni Cattolici di Cilicia, che ha guidato la Chiesa per ben 16 anni.
Nato al Cairo in Egitto il 17 gennaio 1940. Viene ordinato sacerdote il 15 agosto 1965. Il 21 agosto 1989 viene nominato eparca di Alessandria degli Armeni e di conseguenza riceve l’ordinazione episcopale il 18 febbraio 1990. Il 7 ottobre 1999 la Chiesa armeno-cattolica lo elegge come patriarca della sede di Cilicia degli Armeni.
La sua scomparsa creerà un vuoto incolmabile e il suo ricordo resterà vivo e indelebile in tutti noi.

Pontificio Collegio Armeno di Roma

Lettera di cordoglio del Presidente dell’Unione degli Armeni d’Italia al Rettore Pontifico Collegio Armeno


22 giugno 2015

Lettera di ringraziamento al Consiglio comunale di Ancona


16 giugno 2015

Riproduciamo di seguito risposta dell’Ambasciatore Brasiliano al presidente dell’Unione degli Armeni d’Italia:

Brasile


10 giugno 2015

Pubblichiamo la lettera inviata all’Ambasciatore del Brasile a seguito del riconoscimento del genocidio da parte del Senato brasiliano. Lettera ambasciatore Brasile 10 giugno 2015


20 aprile 2015

Richiesta di pubblicazione in risposta alla Lettera del giorno pubblicata sul Corriere della Sera di oggi, lunedì 20 aprile, a forma di Sergio Romano, dal titolo “LA TRAGEDIA DEGLI ARMENI LA BATTAGLIA DEI GENOCIDI”

Di Baykar Sivazliyan, presidente dell’Unione Armeni d’Italia

Egr. Dir. De Bortoli,

mai avremmo immaginato di dover rispondere a un vero, seppur isolato, caso di negazionismo del genocidio armeno a pochi giorni dalle parole di Sua Santità Papa Francesco e della risoluzione del Parlamento europeo dove compare, senza lasciar adito ad interpretazioni, la parola genocidio riferita ai tragici avvenimenti del 1915-1917. Spiace dover ricordare, se non la storia, anche solo la stringente attualità ad un ex Ambasciatore che si ostina, senza alcuna argomentazione, a sostenere verità dettate da interessi che ci sfuggono riassumibili nella pedissequa emulazione delle peggiori argomentazioni negazioniste del Governo turco, disponibile a riconoscere sì qualche episodico “massacro” di armeni, ma del tutto ostinato nel negare che di genocidio si trattò. A Sergio Romano consigliamo alcune letture, come abbiamo già fatto dalle colonne del Suo giornale: Il genocidio degli armeni, di M. Flores; Nazionalismo turco e genocidio armeno, di T. Akçam; Il secolo dei genocidi, di B. Bruneteau. E ricordiamo che quando nel 1944 Raphael Lemkin coniò il termine genocidio, alla base della Convenzione per la Prevenzione e la repressione del delitto di genocidio dell’ONU del 1948, aveva la precisa intenzione di distinguere qualche “massacro” occasionale dal sistematico annientamento di un popolo com’era il caso degli armeni da lui preso a triste modello per quel neologismo infausto. E’ falso che ai turchi mancava l’intenzione genocidaria, come si dice. C’era la volontà deliberata di cancellare dalla faccia della terra un’intera etnica, tanto che alla fine della Guerra mancava all’appello il 70% della popolazione armena. Piccoli e innocui massacri? Incidenti occasionali? Pare proprio di no.

Parla di  “gara del genocidio”, Romano, lasciando intendere che di mere questioni nominalistiche si tratti quando è il primo a introdurre dei distinguo, peraltro senza alcuna prova a supporto. E’ offensivo attribuirci, seppur  in maniera indiretta, di essere interessati a quella sorta di “borsa valori” dei genocidi per strappare qualche giornata della memoria sui calendari. E ancora più offensivo è far riferimento a interessi politici quando qui gli unici interessi in gioco sono quelli economici delle potenze occidentali con la Turchia, interessi che sono il primo vero e unico ostacolo al riconoscimento che ci è dovuto. E non per appuntarci stelle al petto. Né tanto meno per appagare qualche sentimento antiturco, che non abbiamo visto che larga parte della società civile turca è pronta a tendere la mano. I problemi sono i Governi turchi, quindi ragioni queste sì davvero “politiche”, nel senso deteriore del termine, sono il vero muro contro cui si infrange la giustizia storica. Parlare di “genocidio” appiattisce la storia secondo Romano? Chiamare le cose col loro nome non è un esercizio retorico se ci sono di mezzo un milione e mezzo di morti e famiglie distrutte. Quelle vittime, che saranno beatificate il 24 aprile, devono essere “contestualizzate” per l’ex Ambasciatore? La risposta la lasciamo ai lettori.


16 aprile 2015

MANIFESTO INTELLETTUALI, EBREI E CATTOLICI PRO ARMENIA. SOLIDARIETA’ AL POPOLO ARMENO, AL CATHOLICOS E AL PAPA

Carissimi,

essendo apparso un richiamo sul Corriere di oggi a questo Manifesto di intellettuali laici e religiosi, di ebrei e cristiani, “pro Armenia”, Vi trasmetto il testo integrale, con preghiera di massima e tempestiva diffusione.

Si tratta della prima “mobilitazione” congiunta di intellettuali e religiosi dopo le parole del Papa. La rende ancor più significativa, assieme a molti nomi illustri, la compresenza di “credenti” e “non credenti”, di autorità religiose cattoliche e di alcune autorità rabbiniche, di persone di diverse idee politiche.

Sul Corriere di oggi viene riportata la frase del premier turco: “Se volessi, potrei deportare tutti i centomila che vivono ancora nel nostro Paese”.

Chi volesse sottoscrivere il Manifesto, mi mandi una mail (robiatibendaud@gmail.com). Si sta per procedere alla traduzione in armeno del Manifesto, chi fosse disponibile per altre lingue non esiti a contattarmi. Grazie.

L’importante è dare diffusione alla notizia e restare attenti e informati.

Un caro shalom, Vittorio Robiati Bendaud

NON IN NOSTRO NOME. SOLIDARIETA’ AL POPOLO ARMENO, AL PAPA E AL CATHOLICOS.

In relazione al Genocidio Armeno lasciano sconcertati, turbati e profondamente feriti le parole del Sotto-Segretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Sandro Gozi, a maggior ragione considerando il fatto che è italiana la responsabile della politica estera dell’Unione Europea. Preoccupano inoltre i timori e i silenzi di altri governi occidentali. Eppure esistono coraggiose voci di intellettuali turchi e di persone di quella società civile che hanno apertamente riconosciuto il Genocidio Armeno.

Quanto sofferto dal Popolo Armeno (e dalle altre antiche Comunità cristiane orientali dell’Impero Ottomano) non è questione di interpretazioni, bensì un fatto innegabile, drammatico e terribile, con i suoi orrori documentati, i suoi testimoni, i suoi aguzzini. E gli storici si sono già sufficientemente espressi, in maniera inoppugnabile.

Si tratta di un fatto che per decenni è stato parzialmente occultato e abbondantemente negletto da una certa “cultura”. Colpevolmente.

Il Genocidio Armeno coinvolse in primo luogo i turchi, ma non solo: fu certo una questione etnico-politica, ma fu anche una questione di “teologia politica” (il jihad contro gli Armeni), come testimoniano le conversioni forzate dei bambini armeni, la compravendita di schiavi armeni e altre ignominie perpetrate. E su tutte queste cose, anche in relazione all’attualità delle persecuzioni delle antichissime comunità cristiane di Oriente oggi la cultura e la politica occidentale non hanno ancora sufficientemente meditato –quando non si tratta, invece, di abissale ignoranza-.

Il Genocidio Armeno coinvolse Oriente e Occidente. Molti Paesi europei (in primo luogo la Germania) sapevano, non intervennero, ma anzi collaborarono. Un’intesa tra persecutori. Lo stesso è accaduto, pur con molte imprescindibili differenze, con la Shoah, che coinvolse Occidente (fascista e nazista) e parti del mondo arabo-islamico. Basti pensare al Gran Muftì di Gerusalemme dell’epoca. E che dire di alcuni militari tedeschi (e/o dei loro figli) che, dopo aver collaborato a uccidere gli Armeni, furono attivi aguzzini nelle varie macchine della morte della Germania nazista e dei suoi alleati? Certamente vi furono eroi solitari che si opposero in vario modo al male, ma furono purtroppo troppo pochi. In Oriente e in Occidente sembrano esserci oggi non pochi individui disposti ad avallare entrambi i negazionismi: la negazione della Shoah in buona parte del mondo islamico, assieme ai negazionisti occidentali e a molti musulmani di Occidente; la negazione del Genocidio Armeno in Turchia e in ampia parte del mondo islamico, assieme agli imbarazzi, alle cautele e ai silenzi di non pochi pavidi governi occidentali.

C’è poi la questione del rapporto tra ebrei e cristiani. E dei cristiani, di diverse confessioni, tra di loro. Molti armeni (cristiani dunque, in quanto prima Nazione che accettò la fede cristiana al mondo) furono salvati dagli ebrei, ben prima del difficile cammino di riconciliazione, successivo alla Shoah, tra Chiese ed ebraismo, quando gli ebrei erano ancora vittime della secolare persecuzione antiebraica, della “teologia della sostituzione” e dell’ “insegnamento del disprezzo”. Ci sono poi stati, ieri come oggi, i molti silenzi dei cristiani occidentali, cattolici o riformati che fossero. Vien da pensare a che servano i tanti incontri interconfessionali tra le Chiese cristiane su questioni dottrinali forse “lontane”, quando non si è capaci di preservare, con dignità, fermezza e tenacia, il ricordo comune, commosso e orante, dei centinaia di migliaia di martiri armeni di ieri, al pari dell’impegno per salvare i cristiani di Oriente oggi?

E vien da porre una domanda ai governi occidentali e agli esponenti della cultura occidentale: se non riuscite a indignarvi e a impegnarvi per il tentativo in atto di cancellazione del ricordo di centinaia di migliaia di uccisi di ieri, e voltate silenti e imbarazzati le spalle, cosa dobbiamo aspettarci –Dio non voglia- per le minoranze cristiane -ed ebraica- nel Vicino Oriente? E ancora, che futuro per l’Occidente e per il mondo libero?

È evidente che i  “prudenti” politici ed intellettuali più o meno apertamente negazionisti del Genocidio Armeno, lo sono per un malinteso senso di “opportunità” politica ed economica, che va dai petrodollari agli scambi commerciali, dalle strategie geopolitiche sino alle nuove demografie religiose in Europa. Noi viviamo in un’epoca in cui, per la prima volta, l’economia detta potentemente, e senza quasi possibilità di appello, l’agenda alla politica. Ed è così che, per motivi economici, le conquiste, tanto giuridico-sociali che economiche, del cd. welfare, negli ultimi anni sono state esposte a insidiose erosioni. Si pensi a questo, a un certo Occidente (imbelle, edonista, nichilista e dimentico -scientemente e non- delle proprie viventi radici bibliche e greche) e al fatto che sempre maggiori fette della produttività e dell’economia occidentali sono in mano a capitali stranieri legati, per esempio, ai petrodollari: perdita di sovranità economica e quindi potenziale futura perdita di sovranità politica e culturale. E se si inizia “per opportunità” a negare un Genocidio, per motivi di diversa “opportunità” se ne potrà domani negare un altro, chiudere gli occhi su quello dei cristiani di Oriente (e di zoroastriani e yazidi) in corso e magari, perché no, commetterne poi uno.

Chi scrive ha origini, cultura e confessione religiosa differente e crede, specie nella nostra tormentata e difficile contemporaneità, che la necessaria e continuamente rinnovantesi pacificazione tra le persone e i popoli debba basarsi sul rispetto e sulla vicendevole, approfondita e onesta conoscenza. Un cammino difficile, estraneo a silenzi, revisionismi o negazioni della verità.

Chi scrive, infine, desidera ricordare, manifestando piena solidarietà e vicinanza ai figli e alle figlie del Popolo Armeno, al loro Catholicos e a Papa Francesco.

Andrée Ruth Shammah | Annamaria Samuelli | Antonia Arslan | Antonietta Cargnel | Maria e Paolo De Benedetti | Marina Mavian | Rosellina Archinto | Rav Giuseppe Laras | Rav Roberto Della Rocca | Rav Alfonso Arbib | S.E. Mons. Luciano Monari | S.E. Mons. Luigi Negri | Pierbattista Pizzaballa, ofm | Lino Dan, sJ | Giulio Michelini, ofm | Mons. Gianantonio Borgonovo | Mons. Luigi Nason | Mons. Francesco Iannone | don Maurizio Ventura | Philippe Daverio | Salvatore Natoli | Alberto Jori | Carlo Sini | Riccardo Calimani | Guido Guastalla | Vittorio Robiati Bendaud | Cosimo Buongiorno | Aldo Ferrari | Bruno Dapei | Stefano Boeri | Beppe Severgnini


14 aprile 2015

Il genocidio armeno, tra spiritualità e politica

dichiarazione sul genocidio armeno di Albertina Soliani, Fondatrice dell’Associazione Parlamentare “Amici dell’Armenia”

Il centenario del genocidio armeno sta scuotendo il mondo.

Le parole di Papa Francesco domenica scorsa nella Basilica di San Pietro scaturivano dalla responsabilità spirituale nei confronti della verità e della sofferenza, ieri del popolo armeno, oggi delle comunità cristiane perseguitate, ma immediatamente hanno coinvolto la coscienza dell’intera umanità e hanno chiamato in causa la responsabilità della politica, di ieri e di oggi.

Era necessario, era inevitabile. Sul silenzio e sulla reticenza non si costruisce il futuro. Lo stesso silenzio, la stessa reticenza che allora, pur sapendo, non impedirono lo sterminio.

Io ero nella Basilica e lì ho sentito presenti il mondo e la storia.

Quando, dieci anni fa, ho costituito per la prima volta nel Parlamento italiano l’Associazione Parlamentare “Amici dell’Armenia”, sapevo che profonde erano le ragioni storiche, culturali e spirituali dell’amicizia tra i nostri due popoli, ma sapevo soprattutto che era urgente l’azione consapevole della politica per la riconciliazione tra la Turchia e l’Armenia. Poteva essere il segno di una strategia per nuovi equilibri nell’area, per più solide prospettive di sviluppo, di cooperazione, di pace. Una strategia che avrebbe costituito un esempio, soprattutto nel Medio Oriente, per il superamento dei conflitti.

Quelli erano gli anni dell’allargamento verso i Paesi dell’Est dell’UE di Romano Prodi, vennero poi i protocolli del 2008 e l’apertura di un nuova fase tra Turchia e Armenia, presto affievolitasi. Ho sempre sostenuto che l’ingresso della Turchia nell’UE avrebbe avuto il significato politico di rafforzare i valori che sono alla base della costruzione europea.

Si riparta di lì, come ha opportunamente indicato in queste ore l’ Alto Rappresentante dell’Unione Europea Federica Mogherini. Il dibattito di oggi, così acceso ma anche così necessario, è un’occasione straordinaria per la ripresa di un disegno politico di grande rilevanza per l’Europa, per tutta l’area mediorientale, di fronte ai rischi così evidenti di conflitto e di violenza, per il mondo intero.

“Chi non grida con gli ebrei non può cantare il gregoriano”, ci ha ammonito Dietrich Bonhoeffer. E’ così anche nei confronti degli armeni. L’ho ricordato la sera del 9 aprile, giorno del settantesimo anniversario della morte di Bonhoeffer, di fronte al Presidente dell Repubblica di Armenia durante l’incontro con gli amici italiani.

E’ ridicolo che la politica pensi di delegare agli storici compiti che sono soltanto suoi.

Il genocidio armeno è un fatto storico, documentato, e fu un fatto politico.

La responsabilità della politica oggi è chiara: dal riconoscimento del genocidio del popolo armeno la politica può cambiare la storia presente. Riconoscimento, riconciliazione, una prospettiva politica fondata sui valori di umanità: il ruolo dell’Europa è oggi decisivo, e in essa il ruolo dell’Italia.

Ricevuto da: Associazione della Comunità Armena di Roma e del Lazio


16 marzo 2015

Un appello su iniziativa dell’arch. Vahe Vartanian e del Sig. Rupen Timurian per la tutela e conservazione del villaggio “Nor Arax”, con la sottoscrizione di molti membri o aggregazioni associative della comunità armena d’Italia, è stato spedito alle autorità comunali di Bari e in data odierna protocollato dalla Segreteria Generale e dall’Uff. Gabinetto del Sindaco di Bari.

Facciamo i nostri complimenti ai promotori dell’iniziativa.

Appello al Comune di Bari


4 febbraio 2015

Riceviamo e con piacere pubblichiamo la lettera dell’Associazione della Comunità Armena di Roma e del Lazio all’Ambasciatore russo:

“Cari amici, 

inoltriamo la risposta, se ben tarda, dell’Ambasciatore russo Sergey Razov alla lettera di Assoarmeni del 16 gennaio scorso, con il  testo di cui qui sotto.

Egregio Sig. Ambasciatore,

come sarà già informato, il soldato Valerij Permyakov della 102° base militare russa in Armenia, ha confessato di aver ucciso i sei membri della famiglia Avetisyan nella loro casa a Gyumri, la notte del 12 gennaio.

Ieri a Gyumri si sono svolti i funerali delle vittime.

La comunità armena di Roma e del Lazio pregherà per il riposo delle loro anime Domenica alle ore 11 nella Chiesa Armena Cattolica di San Nicola da Tolentino, Salita San Nicola da Tolentino 17, 00187 Roma.

Pertanto, la invitiamo a onorarci con la sua presenza nel segno della solidarietà con il nostro popolo in un momento di dolore.

Distinti saluti”

Lettera dell’Ambasciatore russo


9 gennaio 2015

Risposta alla lettera di solidarietà dall’Ambasciata francese

“L’Ambasciatrice ha ben ricevuto il messaggio di sostegno del Presidente Sivazliyan e lo ringrazia gentilmente. L’amicizia e la solidarietà sono gesti di conforto nei momenti di dura prova. Rappresentano gesti preziosi della vicinanza dei paesi e dei popoli che condividono i nostri valori di libertà e di democrazia.”

 Distinti saluti,

Marc Reverdin – Consigliere politica interna – Ambasciata di Francia in Italia


7 gennaio 2015

Lettera di solidarietà dell’UAI all’Ambasciatore francese

E’ stata trasmessa Lettera di solidarietà all’Ambasciatore francese Catherine Colonna, firmata dal presidente dell’Unione degli Armeni d’Italia, prof. Baykar Sivazliyan, per esprimere il dolore e la vicinanza di tutti gli Armeni alla Nazione francese, all’indomani del truce atto terroristico di cui sono state vittime il grosso della redazione del settimanale satirico parigino Charlie Hebdo nonché alcuni passanti e agenti di servizio pubblico.


5 diembre 2014

On.le Romina Mura

On.le Romina Mura

Riceviamo dall’Associazione della Comunità Armena di Roma e del Lazio, e con piacere pubblichiamo copia della lettera di ringraziamento al deputato del Partito Democratico on.le Romina Mura:

Assoarmeni esprime la sua profonda gratitudine all’onorevole Romina Mura del PD per aver sollevato con determinazione l’annoso problema dell’ingerenza a tutti i livelli delle autorità diplomatiche turche in Italia, nelle questioni riguardanti il tema del genocidio armeno. La sua iniziativa acquisisce particolare importanza in vista della commemorazione nel 2015 del centenario del tragici fatti certificati dalla storia. 

Leggi: Genocidio armeno: parlamentare italiana contro la Turchia, basta ingerenze e negazionismo


4 dicembre 2014

Riceviamo e con piacere pubblichiamo copia della lettera di ringraziamento al deputato del Partito Democratico on.le Romina Mura firmata da Graziella Falconi:

L’associazione italo-armena Zatik, ringrazia l’on.le Romina Mura, deputata del Partito Democratico, per l’attenzione con cui segue le vicende relative all’Armenia e alla sua storia. Con la sua interrogazione l’on.le Mura ha reso onore al riconoscimento del genocidio armeno, effettuato dal Parlamento italiano in data 17.11.2000. L’Associazione Zatik si rallegra ed auspica che quanto è stato ottenuto e seminato nel corso degli anni raggiunga l’ambito obiettivo del rispetto della storia e della riconciliazione dei popoli. 

Graziella Falconi – presidente dell’Associazione Zatik


 4 dicembre 2014

Pubblichiamo la lettera di ringraziamento del Presidente dell’Unione degli Armeni d’Italia, Prof. Baykar Sivazliyan, indirizzata a S.E. Ambasciatore della Bolivia in Italia, in occasione del riconoscimento del Genocidio armeno dalle istituzioni statali della Bolivia.

Lettera a S.E. Ambasciatore della Bolivia